Strade: qualcosa deve cambiare

La manutenzione di un bene è un processo che coinvolge più attori: il costruttore, il proprietario, il conduttore, il manutentore, il controllore; la progettazione stessa deve essere orientata alla manutenibilità. Tutti questi soggetti intervengono durante il ciclo di vita del bene nel suo mantenimento in efficienza che si declina, come noto, nella manutenzione preventiva e correttiva.

Aspetti ovvi ma sconosciuti al “grande pubblico”, nel quale è sembrato mancare totalmente il principio che un bene abbia un suo ciclo di vita, con un costo associato.

Con riferimento all’auto privata, in quanti davvero hanno la percezione di quanto ammontino i relativi costi chilometrici, senza sottostimarli? Vale anche per le Pubbliche Amministrazioni: quanto costa una panchina? Ben pochi sono coloro che penseranno al suo piano di manutenzione, alle verniciature e ai trattamenti periodici.

In campo veicolistico, alla presenza di big player quali i costruttori di telai fa da riscontro una frammentazione dei mercati nei produttori dei cosiddetti allestimenti (in campo normativo definiti “bodywork”) che non ha ancora prodotto standard soddisfacenti e diffusi.

L’industria dei produttori di veicoli è dunque matura così come il grande pubblico possiede strumenti conoscitivi che generano una forte aspettativa. Nel settore delle infrastrutture stradali c’è ancora molto da fare. Spetta all’intera comunità, rappresentata dalle istituzioni, adeguare il trasporto stradale ai nuovi bisogni di sicurezza puntando in primis ad un riequilibrio modale, dalla gomma al ferro, dal trasporto privato a quello pubblico. Spesso invocato ma nei fatti ben poco praticato, esso è infatti l’unica soluzione ad un problema rappresentato da una ipertrofia infrastrutturale che ha totalmente e colpevolmente trascurato proprio i costi di manutenzione, e da un’attenzione spasmodica alla sicurezza ferroviaria cui non ha fatto riscontro una simmetrica attività orientata a quella stradale, ben più elevata.

Le tecnologie sono tutte disponibili, mancano competenze in grado di operare un vero ritorno di esperienza dal settore ferroviario a quello stradale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte.