Service di manutenzione e IoT

Nel campo della manutenzione di veicoli e allestimenti speciali la realtà è ben più complessa rispetto al mondo industriale, dove la filiera di questo tipo di servizi è generalmente semplice.

I produttori non presentano quasi mai dimensioni significative paragonabili a quelle dell’automotive, e vanno dall’artigiano capace di produrre poche centinaia di “pezzi” l’anno alla media industria che ha fra i mercati di riferimento al massimo alcuni Paesi di alcune economie subcontinentali.

Non sono condizioni ideali per progettare e gestire un post vendita efficiente. Problemi tipici sono rappresentati ad esempio da riparazioni svolte ad opera di terzi delle quali il produttore non ha controllo con conseguente assenza di feedback dal campo e mancato guadagno.

La proprietà dei dati è un aspetto cruciale e per nulla risolto. Realtà grandi hanno una propria ingegneria di manutenzione e possono controllare il processo attraverso l’uso di CMMS e contrattualistica ad hoc. Da lato opposto di pongono realtà grandi o piccole che si limitano ad un fleet management ridotto alla schedulazione dei servizi. Anche laddove si è in presenza di sistemi di bordo capaci di intercettare e registrare dati di funzionamento, la maggior parte degli stessi non viene conservata né fruita da nessuno.

Questo è il panorama corrente, nel quale si innesta l’evoluzione in senso 4.0, con tre interessanti declinazioni:

  • Assistenza remota, bassi costi, grazie alla realtà aumentata declinata
  • Comunicazione strutturate, senza telefono o email, grazie a chat basate su messaggistica dedicata e chatbot
  • Utilizzo dell’intelligenza artificiale e piattaforme di calcolo tariffate a consumo per l’elaborazione delle grandi quantità di dati potenzialmente collettabili

Di tali temi parleremo più approfonditamente sui prossimi numeri di Manutenzione Tecnica & management (Thomas Industrial Media editore), ma un fenomeno emergente merita di essere qui sottolineato: la disponibilità di basi dati complesse non rappresenta più un problema: è oggi infatti possibile mettere a sistema tale prezioso patrimonio di informazioni che, se correttamente elaborate (per proteggere i dati stessi e trarne valore aggiunto), possono essere vendute come servizi verso l’esterno.